Mario Del Pero

Nuove generazioni

Tanti fattori hanno fatto sì che le grandi, cruciali conquiste del movimento dei diritti civili – dalla fine della segregazione all’affirmative action – si fermassero ai limiti di una soglia dimostratasi invalicabile e la questione razziale rimanesse uno dei drammi e dei problemi irrisolti della società statunitense. Non è sempre politicamente corretto dirlo, ma tra questi fattori vi è anche la modestia politica, l’egotismo ombelicale e l’opportunismo di molti leader politici e religiosi afro-americani, che proprio per il tramite della lotta per i diritti civili ottennero la necessaria investitura di legittimità, e che ormai da anni vivono di rendita, alimentando problemi e divisioni invece di operarsi per risolverli e ricomporli. A questa logica non si sta sottraendo il reverendo Wright, il cui protagonismo rischia ora di danneggiare pesantemente Obama, che pure aveva evitato fino ad oggi di prenderne del tutto le distanze. Ecco perché la campagna di Obama può essere letta anche come espressione di uno scontro interno alla comunità afroamericana. Uno scontro dalla valenza simbolica e politica forte, ancorché mai esplicitata, che contrappone alla vecchia generazione di leader, la cui palestra formativa e legittimante fu il movimento per i diritti civili, una nuova leva, capace di offrire un messaggio inclusivo, tecnocratico e moderato. Una nuova leva formatasi, anche grazie all’affirmative action, nelle migliori università più che nelle chiese, nelle manifestazioni e nelle scuole ancora segregate. E una nuova leva che non a caso guarda alle città come ai laboratori dove impegnarsi, applicare le proprie competenze, conquistare la necessaria credibilità politica e presentarsi sulla scena nazionale come leader autorevoli, seri e responsabili. Gli esempi sono molti, a partire dai sindaci non ancora quarantenni di Newark (Cory Booker) e di Washington (Adrian Fenty), e dal primo governatore afro-americano del Massachusetts, Deval Patrick. Obama è, per certi aspetti, la punta di un iceberg e di una trasformazione da seguire con attenzione e di cui non si può non auspicare il successo.