Mario Del Pero

Indiana e North Carolina

Tutto come previsto quasi due mesi orsono, a dispetto di
reverendi Wright, Dio e fucili. Obama vince larghissimo in North Carolina (56%
a 41%), dove recupera tutti i delegati persi in Pennsylvania, e perde di misura
in Indiana (51% a 49%). Il rischio per Obama era perdere o vincere stretto in
North Carolina e subire una netta sconfitta in Indiana. È invece accaduto il
contrario. E la partita è più che mai chiusa. Ora Clinton sembra voler chiedere
il riconoscimento del voto di Michigan e Florida, venendo meno a un impegno
assunto da tutti i candidati democratici all’inizio delle primarie. Spiace dirlo, ma i Clinton escono da questa campagna elettorale
molto, molto male. Sia come sia, anche con le delegazioni di Michigan e Florida
Obama manterrebbe un vantaggio di cento delegati (e rimarrebbe avanti anche nel
voto popolare, di circa 150mila voti).

Si pone ora il problema di capire se Obama possa davvero
vincere in novembre, alla luce della sua evidente difficoltà a
intercettare il voto degli elettori bianchi con redditi bassi e medio-bassi in
stati cruciali come la Pennsylvania, l’Ohio, il Michigan. Gli exit poll di ieri
mostrano un risultato più positivo in Indiana, dove il gap tra Obama e Clinton in
questo segmento dell’elettorato rimane, ma si sarebbe ridotto di molto (60 a 40,
da confermare però). Un semplice sguardo alla mappa dell’Indiana (cfr qui),
però, ci mostra tutte le difficoltà che Obama dovrà affrontare. Obama vince
largo nelle aree urbane (Gary e Indianapolis su tutte), ove più forte è la
coalizione che è riuscito a costruire in questi mesi, basata sull’asse
afro-americani/bianchi con istruzione universitaria e redditi medio-alti (a
Gary pesa inoltre molto la vicinanza con Chicago, la città di Obama). Fatica
invece moltissimo nelle realtà rurali, bianche e più povere, cosa che in una
certa misura si vede anche in North Carolina, dove peraltro la percentuale di
afro-americani che hanno votato, e per il 90% e più hanno votato per Obama, è
assai superiore.

È un limite che pregiudica le chance di successo di Obama in
novembre e che avrebbe reso la Clinton più competitiva, come sostengono alcuni
commentatori ? Credo di no. Perché la scelta di
Clinton avrebbe alienato il voto afro-americano (circa 1/4 di quello
democratico complessivo, non dimentichiamolo). Perché almeno una parte di
questo voto democratico anti-Obama tornerà all’ovile in novembre. Perché McCain
è candidato più vulnerabile di quanto non si creda. E, soprattutto, perché la
candidatura di Obama e un’America almeno in parte cambiata possono fare sì che
in novembre si formi un equilibrio diverso rispetto al passato, nel quale alcuni
pezzi di ovest (Colorado e New Mexico su tutti) e di sud (a partire dalla
Virginia e dalla North Carolina) potrebbero eventualmente compensare una
sconfitta in swing states finora ritenuti indispensabili, come appunto l’Ohio. Bisognerà
comprendere quando flessibile ed estendibile sia la coalizione obamiana e
quanto davvero nuova sia l’America del 2008. Ma è una partita aperta e se dovessi scommettere ora come ora punterei su Obama.  

4 Commenti

  1. andrea

    concordo con l’analisi. la cosa + preoccupante è la coalizione allestita da obama: ha il sostegno dei gruppi sociali che avevano appoggiato kerry contro bush(neri,giovani, indipendenti di sinistra, accademici) e le stesse debolezze che hanno generato quella sconfitta(donne bianche, ispanici, cattolici). alla fine obama ottiene una nomination davvero bizzarra: vince il maggior numero dei delegati quasi esclusivamente grazie ai caucus. terrà equilibrato il voto popolare, magari perde o vince di poco, grazie alla mobilitazione eccezionale degli afroamericani. Perde tutti i grandi swing states, e quindi c’è da sperare in un cambiamento della mappa sociale e politica usa. a mio modesto avviso, con la clinton si sarebbe vinto senza problemi se non ci fosse stata la frattura con gli afroamericani verificatasi nelle primarie. per vincere al west, un candidato con qualche numero in + sul voto latino mi avrebbe lasciato + tranquillo. vero che il tancredoism mette in una sorta di trappola mccain, però obama ha perso texas e california per l’ostilità degli ispanici, e diciamo così, doesn’t bode well. complimenti per i commenti, ci passerò spesso su questo sitoandrea

  2. Mario Del Pero

    Tutto vero e giusto. Però è difficile credere che Obama possa perdere la California e, per le ragioni che ricorda lei, è difficile altresì immaginare una defezione massiccia del voto ispanico verso i repubblicani. Le variabili sono tante, su tutte la capacità di Obama di: a) espandere la sua coalizione, mettendo in gioco stati persi nel 2000 e nel 2004; b) recuperare parte del voto bianco andato alla Clinton; c) dettare i termini della campagna elettorale, ponendo McCain sulla difensive rispetto all’economia e all’Iraq. Grazie dei complimenti che ricambio per le sue condivisibili considerazionimdp

  3. andrea

    grazie molte ricambio volentierivolevo rimarcare un’altra cosa. La cosa che più mi ha colpito delle ultime due primarie dei Dems è la partecipazione. guardando ai dati del passato, anche elezioni sentite come quelle del 2004, si notava che i voti complessivi ottenuti dai candidati erano inferiori(varia da stato a stato in maniera veramente forte) di almeno il 20% rispetto ai voti ottenuti dal candidato presidente. In Indiana Kerry aveva preso 970 mila voti, mentre Hillary e Obama insieme arrivano a 1 milione e 250 mila voti. In NC BO e HRC superano di qualche decina di migliaia di voti il risultato di Kerry nel 2004. Ora, al di là di eventuali repubblicani che ci partecipano, erano primarie aperte,perchè spronati da Limbaugh e soci, certo sono dati che dicono molto su quanto sia forte la spinta verso i democratici. In PA una primaria chiusa ha raggiunto l80% dei voti presi da Kerry04, in uno dei più combattatui battleground states delle passate elezioni(sicuramnete Bush aveva speso più soldi che BO e HRC messi assieme). Quando parla al punto a di espansione della coalzione, sono concorde che Obama avrà buone chance. Guardando al passato, e riconoscendo la forza del movimento conservatore, si può comunque dire che nel 2000 nader e gore presero più del 51%, sommati assieme. nel 2004 un candidato alla dukakis o forse anche peggio, un senatore di Boston con un record più a sinistra di Ted Kennedy ha ottenuto oltre il 48% dei voti, contro un sitting president che era in una guerra condivisa dalla maggioranza della popolazione. E probabilmente se Kerry non avesse concentrato le sue risorse finanziarie solo negli Stati in gioco, prob avrebbe preso qualche centinaia di migliaia di voti in + almeno. Ho sempre visto Hillary come la candidata perfetta per lo schema Florida Ohio PA più East Coast e West Coast, però è anche vero che le mappe elettorali cambiano, e in questo senso la candidatura di Obama, che ha la coalizione sociale più ristretta, ma con la maggiore mobilitazione, è forse la più indicata ai Dems post midterm 06. Scusi la lunghezza, cmq sto facendo un file excel comparando i dati delle primarie del 2008 con 2004 e 2000, se le interessa magari lo inviotanti saluti e buon lavoroandrea mollica

  4. pietro

    Cari compagni,non posso non gioire per la vittoria di Obama che ci libera dall’incubo della ideologia criminale al potere di Bush e sopratutto spezza la spada del Crociato in Europa che non potrà più sostenere la supremazia dello uomo bianco sulla terra….Mase io fossi stato americano avrei votato per Nader o per il partito socialista. Questi compagni dell’uno e del due per cento esiliati dall’ideologismo capitalistico della infantile società americanadicono quanto è vero e cioè che i due partiti contendenti sono espressione degli stessi interessi sociali anche se il blocco sociale democratico potenzialmente potrebbe essere alternativo a quello delle multinazionali dei repubblicani.Ma non hanno seguito. Cento milioni di americani ridotti in miseria dal reaganismo si fidano nelle “riforme” (che non ci saranno) di Obama e non di loro..In Italia saremo condannati come Nader a fare il tifo per i democratici? Come fare per sfuggire alla maledizione del bipartitismo di centro?La scissione di Vendola non scoraggia ancora di più la sinistra sociale?Pietrowww.spazioamico.it

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