Bisognerà aspettare gli incontri di oggi con i leader
israeliani e palestinesi e, ancor più, l’atteso discorso di domani a Berlino.
Ma il viaggio di Obama ha finora raggiunto l’obiettivo che si era preposto: che
non era riformulare la sua strategia per Iraq, enfatizzare l’importanza dell’Afghanistan
o sedare le perplessità di molti elettori statunitensi rispetto alle sue
posizioni sul conflitto israelo-palestinese. Il viaggio serviva prima di tutto
per proiettare un’aura di “presidenzialità” attorno a Obama: per renderlo
credibile come futuro presidente; per ridefinirne l’immagine da candidato di
rottura – fresco, giovane ma anche inesperto e ingenuo – in autorevole statista in fieri.
A metà del guado la mission sembra essere stata accomplished. Facilitata peraltro da un
McCain che continua a confondere le carte geografiche (due giorni fa ha
parlato di un confine tra Iraq e Paqistan, cfr qui) e che viene posto sulla
difensiva anche sui temi della politica estera e di sicurezza.
Questa carnevalata del tour europeo non farà altro che far perdere di maggior misura le elezioni di Novembre ad Obama.Quando un politico americano è troppo prostrato all’Europa ci rimette sempre.Inoltre l’appoggio dello star-system hollywoodiano non farà altro che dare ad Obama quell’etichetta radical-chic che hanno dato anche a Kerry e che i democratici si ostinano voler a mantenere.A questo punto mi viene da dire Mccain nuovo presidente degli U.S.A….le condizioni ci sono tutte.
può darsi che McCain vinca in novembre, ci mancherebbe. Ma la sua è una visione a dir poco caricaturale (e, appunto, carnevalesca) della politica statunitenseMario Del Pero